Barbara Priolo

MEMORIE DAL FUTURO

IN CONCORSO

Adelaide D’Agostino | Alessandra Plovino | Barbara Priolo | Benedetto Aquilone | Christina Pagano | Daniela Petrone | Diego Dattola | Erika Godino | Federico Orlando | Giulia Renzi | Giuseppe Raffaele | Ilaria Turano | Immacolata Melito | Jaqueline Gisele Rodriguez |  Jenifher Barbuto | Mena Romio | Miriam Giuseppina Arconte | Ornella Mamone Capria | Roberta Saullo | Salvatore Privitera | Tirso Ceazar Pons

FUORI CONCORSO

Alessandro Crusco e Costantino Rizzuti | Anna Lauria | Gaetano Gianzi | L.A.B.1 Filippo Malice | Oreste Montebello e Fabiola Cosenza | Simona Minervino e Piergiorgio Greco


Barbara Priolo

Attraverso

Incontenibile istinto di riappropriazione della mia terra.
Colgo un frammento di strada
riconoscibile traccia di vita.
Attraverso
l’eterno labirinto scolpito
sotto la suola delle mie scarpe.
Accolgo o respingo.
Attraverso o calpesto?
La dimensione della strada ci appartiene, un continuo incedere attraverso la vita.
Il marciapiede è un lungo tappeto sul quale ogni giorno entriamo in scena.
La terra che calpestiamo è quella che i nostri avi hanno costruito, il terreno sul quale resteranno impresse le nostre tracce per sempre.
Il labirinto che si snoda per la città è un filo che ci aiuta a ripercorrere la nostra memoria.
Attraversare questo labirinto è come attraversare il tempo.
Mettersi in cammino comporta dei rischi, lo facciamo a misura del nostro cuore. Infinite le possibilità.
In tutti i casi, il percorso culmina in un grande incrocio. Incrocio in prossimità del quale lo scambio può anche, purtroppo, risultare sgradito.
Un unico destino accomuna tutti gli attraversanti: il cambiamento, la trasformazione.
Un frammento di strada è una parte di noi, un racconto, è la vita sotto i nostri piedi.

RELAZIONE TECNICA (SPIEGAZIONE) DEL PROGETTO ARTISTICO Attraverso

Il progetto artistico Attraverso costituisce esso stesso un percorso, un’opera in divenire alla quale chiunque è invitato a partecipare. In questa direzione, il primo gesto del processo progettuale è consistito letteralmente in un
prelievo di un frammento di strada, spontaneo e irrinunciabile refuso dadaista. Quindi è seguita una seconda fase di approfondimento dell’oggetto tramite la sua ricostruzione disegnativa e una sperimentazione artistica a 360 gradi (elaborazione digitale dell’immagine, stampa con utilizzo di tecniche tradizionali, fotografie). L’esito di tale ricerca è stato l’impegno in una profonda riflessione introspettiva sul valore della strada calpestata, che mi ha convinta a concepire l’opera come una video installazione. L’idea è quella di lasciare che il marciapiede interpreti se stesso. Lasciare che la strada si faccia attraversare dai suoi autentici pedoni. Peregrini le cui tracce, a loro volta, resteranno impresse su un supporto artistico (tela/tappeto in feltro/carta protettiva) e il
cui passaggio verrà immortalato, ad insaputa dei performers, da una telecamera nascosta che ne inquadrerà soltanto i piedi. In vista della realizzazione dell’intervento ho quindi selezionato il marciapiede che sarà
oggetto delle riprese, scattando delle foto che potrebbero far parte di una futura esposizione contestuale, ma accessoria rispetto alla videoinstallazione. Il marciapiede prescelto presenta la particolarità di avere incise sulle proprie mattonelle le lettere “RC”, sigla della città di Reggio Calabria. Quale palcoscenico migliore per i reggini? La pavimentazione cittadina è per la quasi totalità composta da segmenti raffiguranti il motivo della “greca”, associato al mito del labirinto di Knosso, e culminante nella formazione di una croce, frutto di un sapiente “incrocio” di linee, che sottolinea il legame tra passato, presente e futuro. Magna Grecia, Calabria di oggi, Calabria del domani. La fase ultima del progetto prevede la effettiva esecuzione dell’intervento artistico, la sua
videoripresa, quindi il montaggio di un video che accompagnerà l’esposizione del tappeto impresso dagli attraversanti. Mi piacerebbe che l’intervento non si fermasse qui, che potesse ripetersi in diverse zone della città e soprattutto in diverse città del mondo. Questo scambio arricchirebbe il progetto di quella diversità culturale che ci pone oggi più che mai davanti alla fatidica domanda
“accolgo o respingo?”.

Nota biografica

Mi chiamo Barbara Priolo, sono nata a Messina il 22 gennaio del 1988. Tre anni fa, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ho deciso di cambiare la mia vita dedicandomi all’arte. Attualmente sono iscritta al terzo anno del corso di laurea triennale in Grafica d’arte presso l’Accademia di belle arti di Reggio Calabria. I miei interessi sono la grafica editoriale e l’arte sperimentale.

8 Replies to “Barbara Priolo”

  1. Voto 5, immagini di impatto e trasmette immediato il significato di ciò che voleva trasmettere l’artista.

  2. Lavoro davvero molto interessante anche perché primo progetto di qualcosa che dovrà diventare altro sviluppandosi attraverso diversi linguaggi voto 5

  3. Mi piace il concept! Mi piace l’inquadratura! Mi piace il richiamo al mito e l’interferenza dell’elemento seme scansato dal tacco 12. Mi piace l’attenzione posta a chi vive ed odora il set come sua necessaria esistenza e fonte di campionatura odori, tracce e marcature territoriali. Inoltre l’unico che guarda a ragione in camera.

    Voto 5 perché di più non si può
    Oreste Montebello

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