Alessandro Crusco | Angela Tiesi | Anna Lauria | Franco Ferrise | Gabriele Tolisano | Gianmaria Comito | Giovanna Jenny Tenuta | Giuseppe Caputo | Giuseppe Pastore | Luciano Pavesi | Marcella Ferrise | Marco Cosenza | Massimo Melicchio | Pasqualina Tripodi | Stefania Sammarro / Ania Lilith | Tommaso Caporale
Opera Multimediale
EQUAZIONI LIQUIRIZIE EMERGONO DAL NERO MARE ROSSANESE
Liquirizia: Pianta erbacea perenne delle leguminose papiglionacee (Glycyrrhiza glabra); le radici sono soprattutto usate per preparare il succo di liquirizia, costituito dal loro estratto acquoso che forma una massa semisolida foggiabile in varie forme. Questa caratteristica di malleabilità ha sempre ispirato delle forme sinuose e fluide.
Questa pianta inoltre ha forti legami tra il mediterraneo e l’oriente, venne importata sulla costa ionica calabrese dalla Grecia, poiché qui trovava il clima ideale per crescere. Magna Grecia si associa con evoluzione, matematica e in forme matematiche e le funzioni matematiche si possono concretizzare in grafici: parabole, spirali, etc.
Ecco perché la mia scelta di adattare un testo, una poesia, basata su questa pianta e scritta da Ignazio De Michele a dei grafici matematici. L’elaborazione è avvenuta tramite software di modellazione tridimensionale, dal quale sono state estrapolate delle visuali , poi sovrapposte in post produzione per ottenere un effetto di estremo grafismo.
Alessandro Crusco nasce nel 1975, vive a Rende (CS). Alla passione per la fotografia, la pittura e l’industrial design, affianco gli studi in ingegneria edile. Durante gli studi universitari scopro la fotografia come mezzo d’espressione tramite la realizzazione di lavori tematici. Nell’ambito della Facoltà di ingegneria, partecipo come redattore alla pubblicazione di Urbanistica trasformazioni. Di seguito a questa avventura apro uno studio creativo, dove mi occupo di fotografia pubblicitaria, lavori concettuali, industrial e interior design.
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L’opera grafica rimanda a sensazioni altre espresse da un ductus sonoro di poesia parlante, nell’arricciarsi in larghe volute, dal bruno acre sapore delle algebriche parabole.
2. Bella l’idea ma non si legge nulla
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