Adelaide D’Agostino

MEMORIE DAL FUTURO

IN CONCORSO

Adelaide D’Agostino | Alessandra Plovino | Barbara Priolo | Benedetto Aquilone | Christina Pagano | Daniela Petrone | Diego Dattola | Erika Godino | Federico Orlando | Giulia Renzi | Giuseppe Raffaele | Ilaria Turano | Immacolata Melito | Jaqueline Gisele Rodriguez |  Jenifher Barbuto | Mena Romio | Miriam Giuseppina Arconte | Ornella Mamone Capria | Roberta Saullo | Salvatore Privitera | Tirso Ceazar Pons

FUORI CONCORSO

Alessandro Crusco e Costantino Rizzuti | Anna Lauria | Gaetano Gianzi | L.A.B.1 Filippo Malice | Oreste Montebello e Fabiola Cosenza | Simona Minervino e Piergiorgio Greco


Adelaide D’Agostino

 

 

TIPOLOGIA OPERA: abito d’artista
TITOLO : Il male che proviene dai celesti, sopportar, deve un mortale
ANNO : 2017
TECNICA : olio su tessuto, carta d’imballaggio, filo d’ottone
LOCATION : Teatro comunale Vittorio Emanuele – Noto (SR) PH : Isaak Hest MODEL : Marco Labate

SCRITTURA CREATIVA:  “Or mirate questo Edípo, voi di Tebe abitatori, che spiegò l’arcano enigma, ch’ebbe un giorno i sommi onori, che le stragi della Sfinge, che il poter troncò da solo, ora in bando, afflitto e misero lungi va da questo suolo. Ma perché vado gemendo, perché mai lagnarmi? Il male che proviene dai Celesti, sopportar, deve un mortale.”

Da “Le fenice Euripide”

Costretto tra la volontà di mostrarsi e il desiderio di nascondersi, intrappolato tra dimensioni distinte e allo stesso tempo gemelle. Come due lati della stessa medaglia, indivisibili ma impotenti, schiena contro schiena. Passato e futuro si intersecano pur rimanendo estranei, influenzandosi a vicenda. Dimensioni incastrate tra linee sospese, giochi di corde, indistruttibili ma create da materiali pronti a deteriorarsi, rendendo la figura un burattino di padrone ignoto. Stabile ed allo stesso tempo in bilico perenne. Percorrendo luoghi di passaggio che hanno come meta il medesimo inizio.

RELAZIONE: Edipo, re straziato dal destino e dall’enigma della sfinge. Da quell’incontro la sua vita cambiò radicalmente. L’averlo risolto lo porta ad avere conseguenze inaspettate: marito di sua madre e fratello dei suoi figli. Per questo motivo la figura della sfinge viene rappresentata sul retro, quasi a gravare il fatto che il passato e quella figura pesano sulle sue spalle e sono sempre in agguato. La trama del destino contorto è data dalle corde che legano le due parti dell’abito in modo tale da collegare il passato al futuro. L’abito è strutturato in due fasce, una posteriore ed una anteriore, con sommità semi circolare, collegate tra loro da cordoni realizzati intrecciando fascette di carta d’imballaggio (dallo spessore di 2 cm per una lunghezza di 150 cm circa) e filo d’ottone. Le corde fungono da collegamento e si prolungano sulle spalle, rendendole rigide, quasi a creare due ali, che rimandano a quelle dell’essere mitologico dipinto sul retro, che in questo caso nella rappresentazione sono assenti.

Nota biografica

Adelaide D’Agostino nasce a Locri (RC), il 25 Gennaio 1993.
Acquisito il diploma d’istruzione secondaria superiore – liceo artistico – nel 2011 si iscrive presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, conseguendo nel 2016 il diploma di primo livello in arti e discipline dello spettacolo con indirizzo pittura. Attualmente frequenta il biennio specialistico, inseguendo il tema figurativo, inserendolo in varie forme e contesti, creando figure, spesso ridotte al solo segno, racchiuse in uno spazio, quasi sempre, troppo piccolo per loro.

9 Replies to “Adelaide D’Agostino”

  1. Non vedo futuro per questo Edipo re vedo tanto passato e vedo uno studio concettuale molto bello e anche una applicazione artistica importante. Esiste l’elemento del futuro e dello sguardo dal futuro ma con un riverbero nostalgico dominante, quindi voto 3

  2. Adelaide D’Agostino – Il male che proviene dai celesti, sopportar, deve un mortale –
    Il titolo dell’opera di Adelaide D’Agostino non solo è fortemente adeguato all’abito artistico da lei creato ma strettamente connesso al testo creativo allegato. E’ emozionante farsi guidare dalla lettura poetica di Euripide nella valutazione di una abito così carico di teatralità. La Sfinge insinua il dubbio. La Sfinge grava su tutta la persona di Edipo a tal punto da fargli assumere la sua stessa posizione ben evidenziata dalle fotografie di Isaak Hest. I due Edipo, le due storie vivono nella dualità matematica del numero binario. Il vero ed il falso connesso dagli elementi reali in treccia di cartone riciclato dove la scelta della treccia indica di suo una complessità della connessione fra i due lati dell’abito regalmente indossato da Marco Labate e al tempo stesso il materiale, la carta, è pronta con il tempo a trasformarsi in altro: a bruciare, a dissolversi in polvere a diluirsi nel liquido dei ricordi.
    Voto 5
    Oreste Montebello

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